CATANZARO: quale Città! (06-02-2010)
Catanzaro è rimasta ,fra tutte le Città calabresi,la più emarginata,la più violentata urbanisticamente,quella che può annoverare promesse di opere faraoniche spesso progettate ma mai realizzate e, se realizzate, urbanisticamente inaccettabili. La Città avrebbe dovuto svilupparsi verso il suo naturale espandersi : il mare ma le lobby del potere politico ed economico della città preferirono farla sviluppare verso Catanzaro ha una sua storia antica : Sarebbe bello potersene riappropriare del senso della gratuità nel servire la cosa pubblica,imitando esemplari figure del suo passato sulle quali si cerca ,invece, di stendere il velo dell’oblio. Catanzaro aveva, nelle sue case e cose,nelle sue vie e piazze, nelle sue chiese e conventi,negli alberi, nel suo mare e nella sua collina, la storia della sua armonia,della sua proporzione,dell’ordine. Di questo e di altro potrebbero parlarne tre studiosi innamorati della Città:Cesare Mulè, Antonio Carvello, Pino Casale. Alle lobby politiche di questa sfortunata Città è mancato il gusto di coniugare urbanitas e humanitas, legalità e passione civica, spirito di servizio. Il disordine delle strade,il sovraffollamento automobilistico ha creato una massa di nevrotici e aggressivi. E’ in pericolo non solo la tranquillità dei cittadini,ma anche la loro igiene mentale. Catanzaro non è stata e non è amata dai suoi amministratori. Per la gran parte Catanzaro è stata soltanto terreno di competizione, luogo di scambio e di calcolo economici, stazione di transito, spazio da usare e sfruttare; senza memoria da preservare,senza bellezza da tutelare. Oggi Catanzaro appare una Città priva di ambizioni di nuove conquiste estetiche che potrebbero sfidare gli anni a venire. La politica opera per allungare, con empia e sadica burocrazia l’agonia di quelle opere in disfacimento a causa del logorio del tempo e dell’incuria degli uomini; e questo perché non c’è amore per |
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